Ecco il testo dell’ordine del giorno presentato lunedì 15/11/2021, discusso ma RESPINTO dal C.C. il 27/12/2021.
Ordine del giorno: No allo sviluppo del nucleare in Italia né tantomeno a Chioggia
Premesso che questo nostro ordine del giorno vuol essere innanzitutto un chiaro ed inequivocabile no della nostra città ad ospitare qualsiasi tipo di installazione, impianto o deposito connesso ad attività con potenziale sviluppo di radioattività e, allo stesso tempo, un no in generale al nucleare civile per la produzione di energia elettrica, nei confronti del Governo e di quei politici e appartenenti alle istituzioni che vorrebbero riesumare la tecnologia del nucleare, andando contro la volontà
dagli italiani espressa in ben due referendum popolari.
Visto che nelle ultime settimane si è assistito alla ripresa del dibattito politico sull’opportunità che l’Italia possa valutare di ricorrere all’energia nucleare.
Visto che nel 1987 e successivamente nel 2011 si sono svolti in Italia due referendum abrogativi sull’utilizzo dell’energia nucleare, in cui nei cittadini ha prevalso nettamente la posizione contraria alla presenza di centrali nucleari in Italia, nonostante la posizione antitetica – nel 2011 – dell’allora governo di centrodestra, che aveva previsto la possibilità della produzione nel territorio nazionale
di energia elettrica nucleare.
Visto che L’Unione europea e, in generale, l’Occidente si stanno orientando verso l’abbandono dell’utilizzo dell’energia nucleare a favore delle fonti di energia rinnovabile, quali l’ energia solare, eolica, geotermica, idroelettrica, da biomassa, ecc.
Visto che l’Italia, attraverso il Piano di ripresa e resilienza, si è posta l’obbiettivo di incentivare la transizione ecologica e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e che il risparmio energetico è individuato come ulteriore strategia per il raggiungimento degli obiettivi a favore di una maggior responsabilità ambientale promossi dagli Accordi di Parigi per il 2050, traguardo del raggiungimento della neutralità carbonica.
Considerato che il Ministro della transazione ecologica Cingolani, tanto voluto e acclamato dal M5S come elemento di vittoria personale al momento del voto di fiducia a questo Governo, in questi giorni continua a citare e nominare il nucleare come risorsa utile per l’uscita dalla crisi energetica del nostro paese.
Considerato che al pensiero di Cingolani fanno, purtroppo, eco le voci di alcuni leader di partito come Salvini, che dichiara di preferire una centrale “sicura” alle pale eoliche che distruggono il paesaggio e che “Noi siamo gli unici fessi in Europa ad aver detto no al nucleare e che pagano il doppio la bolletta della luce” oltre a “Se metterei una centrale nucleare in Lombardia? Che problema c’è”.
Oltre a Salvini anche Maurizio Lupi, che noi chioggiotti ben ricordiamo come Ministro
delle Infrastrutture e Trasporti all’epoca dell’approvazione del deposito di GPL di Val da Rio, da lui presentato pubblicamente a Parma nel 2013, ben prima che i cittadini chioggiotti sapessero qualcosa dell’impianto, afferma che è necessario superare la volontà espressa dal popolo italiano col referendum del 2011, che ha bandito il nucleare ad uso civile in Italia.
Rilevato che oggi, con nucleare di IV generazione, da qualcuno definito anche “nucleare green”, vengono identificati una serie di concetti progettuali che si propongono come obbiettivi di ottenere un elevato grado di sicurezza, di utilizzare materiale di scarto di altri processi nucleari riducendo così sia l’utilizzo di risorse naturali, di minimizzare gli sprechi e la produzione di scorie nucleari, di
non prestarsi alla produzione di materiali utilizzabili a scopi militari e di diminuire i costi di costruzione e di esercizio di tali impianti. Ad oggi, pur essendo già realizzati ed attivi alcuni piccoli impianti, non esiste una tecnologia consolidata che permetta di replicarli in grande scala, per produrre energia elettrica in maniera economica, efficiente e sicura, anzi secondo alcuni studiosi tale ipotesi non sarà realizzabile.
Preso atto che oggi il nucleare pulito e sicuro non esiste, recenti studi effettuati in Germania attestano che, nel raggio di 5 – 10 km attorno agli impianti nucleari esistenti l’incidenza delle leucemie infantili è superiore del 76% rispetto alla media nazionale tedesca.
Preso atto che nel corso della storia si sono verificati numerosi incidenti nucleari, tra i più infausti citiamo Cernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011, i cui impatti ricordiamo ancora tutti molto bene e gli strascichi a livello ambientale sono ancora in essere.
Preso atto che lo stesso amministratore delegato di Enel Francesco Starace, ha recentemente risposto con un secco “no” a chi gli chiedeva se, dopo la bocciatura da parte degli italiani – con due referendum – al nucleare, sia realistico pensare a una sua riconsiderazione. Neanche a quello che viene definito “nuovo nucleare”, perché, ha aggiunto “non è tanto nuovo come sembra”. Ha inoltre sottolineato che, nella transizione energetica, bisogna fare in fretta, ma la strada non è il nucleare.
Rilevato che tra gli aspetti più problematici legati all’energia nucleare figura sicuramente la complessa gestione delle scorie nucleari e, in particolare, la difficoltà da parte degli stati ad individuare idonei siti per il naturale decadimento radioattivo di tali rifiuti.
Considerato che il nostro territorio è già molto fragile per la sua stessa natura, essendo collocato tra la laguna di Venezia, patrimonio dell’umanità Unesco e il mare Adriatico, oltre che essere attraversato da ben 2 fiumi e vicino alla foce del fiume più grande d’Italia e che non dispone di aree isolate sufficientemente vaste da poter garantire anche le minime distanze di sicurezza e, anche nel caso vi fossero secondo i parametri stabiliti, dobbiamo pensare innanzitutto allo sviluppo economico
e turistico, escludendo qualsiasi sviluppo “nucleare” nel nostro Comune.
Considerato che la collocazione di un impianto per la produzione di energia nucleare produrrebbe enormi danni alle principali economie dalla nostra città, come il turismo, la pesca e l’agricoltura, anche solo di immagine, di entità talmente rilevante da risultare fatale.
Considerato che già in passato il Comune di Chioggia si è reso disponibile al nucleare e/o allo smaltimento delle scorie nucleari.
Con il presente ordine del giorno si IMPEGNA il Sindaco e la giunta comunale:
- Ad esprimersi, in primo luogo, sul rispetto della volontà popolare, espressa dai cittadini italiani con il voto a ben due referendum nazionali, ribadendo il no al nucleare;
- Dichiarare pubblicamente che il nostro comune non è disponibile né alla collocazione di una centrale nucleare né ad ospitare un eventuale sito per lo smaltimento di scorie radioattive;
- Ad attivarsi in tutte le sedi istituzionali opportune, nel limite delle proprie competenze, per scoraggiare eventuali decisioni a favore dello sviluppo dell’energia nucleare in Italia e, in particolare, nella nostra città.
Alessandra Penzo
Obbiettivo Chioggia